S. MARIA E S. VALENTINO DELLA GRADA
Sia la chiesa, sia la confraternita della Grada prendevano nome dall'inferriata (in dialetto grada) che ostruisce il varco del Canale di Reno all'entrata sotto le mura, per impedire che persone indesiderate penetrassero in città per mezzo del canale, anziché attraverso le porte.
L'origine della chiesa risale al 1627 quando si iniziò a venerare un'immagine della Madonna col Bambino, dipinta fin dal Quattrocento nel tratto di mura sotto cui passa il canale.
Non si spiega per quale ragione il perito Antonio Conti non abbia disegnato l'edificio medievale imponente che si trovava sul varco del canale, ancora oggi presente, sebbene ampiamente restaurato, presente anche nella Pianta vatiicana.
Superato il varco delle mura e la strada su cui affaccia la chiesa, il canale di Reno alimentava un opificio che all'inizio dell''800 fu adibito a mulino da galla (frantoio di elementi vegetali per prodotti per la tintoria, conceria, inchiostri). Vi era annessa una ruota idraulica (noria) per l'irrigazione degli orti circostanti. Fu anche utilizzata come pila da riso (1878).
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