DUE TORRI, Piazza di Porta Ravegnana
Asinelli. Ancora non si può dire con certezza quando e da chi fu costruita. L'ipotesi più recente, suffragata dalla datazione di mattoni del primo tronco della torre col metodo della termo-luminescenza, colloca l'inizio della costruzione nell'ultimo ventennio del sec. XI. Fu una sorta di condominio che col passare del tempo, e con il progressivo acquisto di parti della torre da una famiglia Asinelli decisamente in declino, avrebbe dato al Comune la piena proprietà della torre sul finire del sec. XIV.
Sondaggi e misurazioni recenti, consentono di seguire con tutta certezza le fasi della costruzione della torre e molte delle sue vicende successive.
Si iniziò con uno scavo profondo sei metri e mezzo, che raggiunse il terreno vergine argilloso subito consolidato con l'infissione di un gran numero di pali di legno. Su questi fu appoggiato un blocco di ciottoli e calce di circa cinquecento metri cubi, con una base quadrata di dieci metri di lato, pesante oltre mille tonnellate, dal quale - a un metro e mezzo dal piano di campagna - partì il primo tronco della torre: due pareti di mattoni e in mezzo ancora ciottoli e calce fino a circa sessanta metri d'altezza, analogamente ad altre torri coeve. Venne, infine, l'ulteriore sopraelevazione eseguita dal Comune, forse tutta in mattoni, fino all'altezza attuale; sulla cima, una piattaforma di legno accolse una campana e un braciere per le segnalazioni luminose notturne.
Nella seconda metà del Trecento, all'epoca della signoria dei Visconti di Milano, la torre fu collegata alla vicina Garisenda, per mezzo di un corridore di legno, divenendo una fortezza aerea che da trenta metri d'altezza sorvegliava il centro della città. Si trattò quindi di un formidabile arnese militare per l'ordine pubblico e il controllo politico, che andò a fuoco dopo circa mezzo secolo di vita, sul finire del Trecento.
Terremoti, fulmini, incendi e bombardamenti aerei hanno messo a dura prova l'Asinelli, senza però riuscire a scalfirne la stabilità. Contrariamente a quanto si potrebbe supporre, gli incendi non furono il peggior nemico della torre, e neppure i terremoti. Ben peggio erano i fulmini, che per oltre sette secoli s'accanirono sull'Asinelli, anche con danni molto gravi, fino all'installazione del primo parafulmine nel 1824.
La torre è senz'altro affidabile. Si torce in continuazione per effetto dell'irraggiamento solare, e vibra come una frusta sotto le raffiche dei venti più forti, ma resta ancora ben salda nonostante i suoi novecento anni di vita. (F.B.)
Garisenda. Anche se manca una precisa documentazione in proposito, si può ritenere che la data di origine della torre Garisenda non si discosti molto da quella della vicina torre degli Asinelli, cioè gli ultimi decenni del secolo XI. Analoghi, infatti, sono i materiali utilizzati e simili le tecniche costruttive.
Seguendo un'ipotesi analoga a quella formulata per la vicina torre degli Asinelli, i Garisendi potrebbero essere stati in un primo momento gli affidatari di una torre costruita da una delle fazioni presenti in città sul finire del secolo XI, per poi divenirne possessori di fatto, e quindi proprietari a pieno titolo.
La torre, ovviamente, sorse verticale, e raggiunse subito un'altezza di circa sessanta metri, che conservò fino alla metà del secolo XIV, quando la sua paurosa pendenza - conseguente a un cedimento della fondazione avvenuto probabilmente poco dopo il suo compimento e stabilizzatosi in un breve arco di tempo - ne consigliò la scapitozzatura per una dozzina di metri circa. Era quindi ancora drammaticamente incombente in tutta la sua altezza originaria, e con uno strapiombo ancor maggiore dell'attuale, quando Dante Alighieri ne trasferì l'immagine paurosa collegata a quella del gigante Anteo in atto di chinarsi verso di lui per farlo scendere nell'abisso della Caina.
Che la torre pendesse pressappoco come oggi già verso la metà del Trecento lo attestano due singolari testimoni: i due grandi fori praticati sulla sua fronte meridionale come sedi per le travi principali del corridore di collegamento all'Asinelli, costruito in età viscontea: pur con tutte le approssimazioni del caso, quei fori si presentano oggi pressappoco al medesimo livello; segno certo, quindi, che da almeno sei secoli la torre non ha sensibilmente variato la sua pendenza.
Nel secolo XVII la famiglia dei Garisendi si estingue, ma la loro torre era già da quasi un secolo di proprietà della Corporazione dei Drappieri, che la conserverà fino alla sua soppressione in età napoleonica. Dopo alcuni passaggi di proprietà la torre, divenuta comunale, nel 1887 viene liberata dalle casette che le erano state addossate e risarcita, alla base, con una nuova zoccolatura in blocchi di selenite. (F.B.)
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