ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

CENTRO
«GINA FASOLI»
PER LA STORIA
DELLE CITTA



La città protagonista

Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Appartamenti privati del Papa, Sala Bologna, Pianta prospettica della città, 1575


CA' GRANDE DEI MALVEZZI, via Belmeloro, 4

Palazzo senatorio. Originari di Budrio, i Malvezzi furono tra i protagonisti della vita politica bolognese, aderendo alle fazioni geremea e maltraversa e ricoprendo varie cariche pubbliche. Raggiunsero un cospicuo patrimonio col commercio della seta e con l'attività bancaria ed entrarono in Senato fin dal 1466 ove sedettero ininterrottamente fino al 1797. Furono divisi in vari rami, ma il principale, quello senatorio per eccellenza, erede dei patrimoni Lupari e Magnani, è quello di Castel Guelfo detto anche della Ca' Grande, residente in via Belmeloro sin dalla seconda metà del Duecento.
L'antico palazzo, eretto ove fin dal XIII secolo la casata aveva alcune antiche case, fu edificato dal 1466 per volere di Virgilio Malvezzi su quanto aveva, due anni prima, iniziato Gaspare Malvezzi. Ignoto è l'architetto della Ca' Grande che, anticamente illeggiadrita da una lunga merlatura che la coronava ed illuminata dalle bifore e dagli ornati in cotto della facciata, rappresenta, coi suoi quattordici archi di portico a tutto sesto sull'unico piano contrassegnato da due eleganti balconcini, un fedele esempio del vecchio stile bolognese, come rivela anche il bellissimo cortile porticato, con vera da pozzo al centro. Fin dalla sua inaugurazione le vaste sale del palazzo si aprirono per ricevere grandi personaggi della storia e per celebrare matrimoni splendidi per cerimonie e feste, a cui intervennero cardinali, duchi, principi, ambasciatori e nobili bolognesi: rimasero famosi quello di Giulio Malvezzi con Camilla Sforza, quello fra Piriteo Malvezzi e Beatrice Orsini e un torneo notturno illuminato da torce svoltosi in piazza S. Sigismondo. Alcuni lavori di ampliamento si iniziarono dalla fine del XVI secolo: nel 1584 fu allungato il portico verso via Zamboni e durante il Seicento la cavallerizza annessa al palazzo fu trasformata nel famoso teatro, per quasi un secolo luogo di vita artistica e mondana, ricostruito nel 1680 su disegno dei Bibiena ma distrutto da un incendio nel 1745. Nel Settecento le sale e le gallerie interne del palazzo furono ammantate con visioni mitologiche, paesaggi, fregi e stucchi: nelle volte di due saloni, che oggi fanno parte del rettorato, Ubaldo Gandolfi e Davide Zanotti hanno rievocato le Storie di Ercole, mentre la galleria e altre sale conservano pregevoli stucchi di Carlo Bianconi, paesaggi di Prospero Pesci e di Vincenzo Martinelli, nonché figurazioni di Domenico Pedrini. Abitato dai Malvezzi fino alla loro estinzione, avvenuta nel 1806 con la morte di Piriteo, il palazzo fu acquistato dall'Università pontificia nel 1827 e, risarcito dalle modifiche portate nel Settecento dopo l'incendio del teatro, restaurato con notevoli integrazioni nel 1931. Ora la Ca' Grande dei Malvezzi fa parte degli edifici universitari e col palazzo Poggi forma il complesso della rinnovata Università bolognese. (D. R.)

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Palazzo Malvezzi e isolato del Rettorato dell'Università. Vista zenitale (Microsoft Virtual Earth) Palazzo Malvezzi (Rettorato dell'Università) su via Belmeloro.
Ripresa da sud-ovest con angolazione di 45° (Microsoft Virtual Earth)

L'immagine è stata concessa ad esclusivo scopo di studio al Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università di Bologna dai Musei Vaticani che ne detengono il copyright. Non ne è consentita la riproduzione né totale né parziale.

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