PALAZZO PEPOLI VECCHIO, ia Castiglione nn. 6, 6/2, 8-10
Famiglia fra le più antiche e note di Bologna, i Pepoli ebbero un ruolo di primo piano nella vita economica della città già dagli inizi del XIII secolo. Esercitarono con successo la professione di cambiatori e di mercanti e, nel corso del XIII secolo, investirono largamente in proprietà immobiliari e in terreni sino a divenire i banchieri dello stesso Comune di Bologna, in difficoltà finanziarie. Fra il 1306 e il 1321 Romeo Pepoli fu di fatto il vero arbitro della politica cittadina. Taddeo Pepoli fu poi signore di Bologna fra il 1337 e il 1348. La famiglia, che ottenne il seggio senatorio nel 1506, aveva le sue antiche case in via Castiglione fin dalla prima metà del XIII. In seguito, grazie a numerosi acquisti immobiliari, estesero la loro proprietà dal vicolo Sampieri fino all'attuale via dei Pepoli, ove fu edificato il vecchio palazzo senatorio. Esso comprende varie parti costruite in periodi diversi ed è contraddistinto, nella parte centrale (n. 6), da un'austera architettura merlata, iniziata per volere di Taddeo Pepoli nel 1344 e portata a termine nel 1420. Circa l'artefice dell'edificio, in assenza di materiale documentario, si avanza (Filippini) l'ipotesi di una attribuzione ad Angelo di Ventura da Siena. Nel 1723 vi si aggiunsero le parti laterali (attuali nn. 8-10), che furono costruite imitando la facciata merlata centrale e aprendo un nuovo portone (n. 10), ornato da una ghiera in cotto in stile antico. Nel 1939 il palazzo fu restaurato: furono riaperte le antiche finestre e fu ripristinato il fregio a scacchi del fastigio (alludente all'arma araldica della famiglia, emblema poi della fazione detta scacchese che era cappeggiata nel '300 dai Pepoli). Sappiamo dall'Oretti che il palazzo accoglieva numerose opere d'arte: alcune sale furono ornate di pitture dei secoli XVII e XVIII con stucchi di Bernardo e Giuseppe Borelli, mentre il salone d'onore al piano nobile fu impreziosito di statue, fra cui l'Arianna eseguita da Antonio Schiassi. (D.R.)
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