ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

CENTRO
«GINA FASOLI»
PER LA STORIA
DELLE CITTA



La città protagonista

Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Appartamenti privati del Papa, Sala Bologna, Pianta prospettica della città, 1575



S. DOMENICO, piazza S. Domenico

Nel 1218 i frati predicatori della primitiva sede di S. Maria della Mascarella si tasferirono in S. Nicolò delle Vigne, nella zona meridionale della città, interna alle mura. In questa chiesa, dietro l'altar maggiore, fu sepolto san Domenico (1221). Acquistati i terreni circostanti tra il 1218 ed il 1233, i Domenicani ampliarono la chiesa, che fu consacrata nel 1251, completando entro il secolo le strutture conventuali, infermeria ed ospizio compresi, che servirono da supporto alle ristrutturazioni posteriori.
Il corpo di san Domenico, trasferito nella navata destra della nuova chiesa, fu posto prima in un semplice sarcofago, poi, nel 1267, nella splendida urna di marmo scolpita da Nicola Pisano con episodi della vita del santo.
Le spoglie venerate indussero molti bolognesi ad eleggere il terreno circostante la chiesa e il sagrato a luogo di sepoltura, come risulta da documenti coevi; del cimitero resta oggi traccia nei due mausolei di Rolandino Passaggeri ed Egidio Foscherari.
Il complesso ebbe ampliamenti e modificazioni vistosi tra la fine del XIII e XIV secolo. La chiesa assunse forma basilicale a tre navate con tre absidi, transetto e cappelle laterali.
Secondo l'uso conventuale, era internamente divisa in due parti, riservate rispettivamente ai frati (nella zona compresa tra il coro e il presbiterio) ed ai fedeli. Chiesa e chiostro erano ornati da affreschi di celebri maestri del Trecento bolognese, quali Vitale da Bologna, Simone de' Crocefissi e Lippo di Dalmasio di cui oggi restano solo pochi frammenti.
Negli ultimi decenni del secolo si iniziò la costruzione della cappella di S. Domenico, dove nel 1411 fu trasferita l'arca del santo. Tra il 1469 ed il 1473 su incarico del Comune di Bologna, Nicolò da Bari, che ebbe da allora l'appellativo di Nicolò dell'Arca, scolpì per l'urna del santo il celebre coperchio in sostituzione della precedente copertura lignea. L'artista però non completò l'opera, che fu ultimata da Nicola Pisano e da Michelangelo Buonarroti il quale, nel 1494, scolpì tre delle statuette mancanti (S. Petronio, S. Procolo e un angelo ceriolario).
Diversi ed importanti interventi edilizi interessarono nuovamente il complesso monastico a partire dal XV secolo. Nel 1465 il nobile Giovanni Guidotti aveva ultimato la grande cappella sul lato nord della chiesa iniziata verso la fine del secolo precedente da Taddeo Pepoli, signore di Bologna, e rimasta incompiuta. Tra la fine del XVI e gli inizi del XVIII secolo fu rifatta la cappella di S. Domenico in forme più ampie e sfarzose. Nel secolo seguente Carlo Francesco Dotti, al fine di dare omogeneità stilistica alla costruzione, trasformò completamente la chiesa, ad eccezzione della cappella del santo (1728-1732). Il governo francese costrinse i Domenicani a lasciare la loro sede (1798): la chiesa fu spogliata di molti tesori e gli spazi conventuali suddivisi tra privati ed enti pubblici. Solo agli inizi del secolo odierno vi poterono far ritorno e provvedere ai restauri.
La chiesa, con abside ad est, presenta una facciata romanica, con rosone ed archetti pensili, che prospetta sulla piazza, già area cimiteriale. Sul fianco nord le si affianca la cappella Ghisilardi, eseguita nel 1530 da Baldassarre Peruzzi. L'interno mostra invece le eleganti ed imponenti linee barocche realizzate dal Dotti nel XVIII secolo. Quasi a metà della navata destra si apre la cappella di S. Domenico il luogo più venerato della chiesa, dove si conserva l'urna mirabile del santo. L'abside è ornata da affreschi di Guido Reni e in una celletta dietro il sarcofago si conserva il prezioso reliquario del Capo di S. Domenico, opera dell'orafo bolognese Jacopo del Roseto (1380).
Adiacente al chiostro si apre una piccola cappella, detta cella  di S.Domenico, in cui una pia tradizione riconoscerebbe il luogo dove il santo spirò nel 1221.
(P. P.)



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Convento di S. Domenico. Vista zenitale (Microsoft Virtual Earth) Convento di S. Domenico. Ripresa da ovest con angolazione di 45° (Microsoft Virtual Earth)

L'immagine è stata concessa ad esclusivo scopo di studio al Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università di Bologna dai Musei Vaticani che ne detengono il copyright. Non ne è consentita la riproduzione né totale né parziale.

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