ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

CENTRO
«GINA FASOLI»
PER LA STORIA
DELLE CITTA



La città protagonista

Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Appartamenti privati del Papa, Sala Bologna, Pianta prospettica della città, 1575






S. GIACOMO MAGGIORE, piazza Rossini

Nel  1267 gli Agostiniani, lasciata la primitiva sede di San Giacomo di Savena, si trasferirono in città, nella parrocchia di S. Cecilia ed iniziarono la costruzione di un nuovo tempio, ultimato, almeno nella parti principali, nel 1315. L'edificio, inizialmente ad una sola navata con abside poligonale affiancata da due vani quadrati, nello stesso secolo fu trasformato nelle forme attuali con l'aggiunta nell'ambito absidale di due cappelle radiali e di un deambulatorio. Tra la fine del XIII ed il XIV secolo sulla facciata e sul fianco sinistro furono inserite celle sepolcrali ornate da affreschi e croci di ceramica. In età rinascimentale, epoca di maggior splendore per la chiesa, l'organismo architettonico si completò con la costruzione di volte a vela sostenute da possenti pilastri, della cupola (1505) e delle cappelle che, nove per parte, scandiscono i fianchi della navata. Nel peribolo absidale, sul lato nord della cappella Manzoli sorse la cappella gentilizia della famiglia Bentivoglio, la cui fabbrica interferì con la facciata della retrostante chiesa di S. Cecilia e mutò la configurazione absidale di S. Giacomo. Contemporaneamente, all'esterno, lungo il fianco nord, si articolò l'elegante e slanciato portico (1478-1481) decorato con un prezioso fregio in cotto attribuito a Marsilio di Antonio ed a Tommaso Filippi.
Dopo gli interventi del XVI secolo per riparare ai danni del terremoto, seguirono le poco felici modifiche del XVII e del XVIII secolo, che sostituirono il rosone di facciata con una finestra rettangolare ed ornarono la balaustra interna sopra le cappelle con vasi di stucco e 14 statue di Cristo, della Vergine e degli Apostoli, eseguiti da Pietro Becchetti. I restauri ottocenteschi al portico riportarono in luce le celle sepolcrali sul fianco sinistro, chiuse secoli prima, ed i relativi affreschi, che furono tuttavia nuovamente richiuse. Recenti restauri, svoltisi in varie riprese a partire dal 1914-15, hanno riaperto le arche e staccato gli affreschi meglio conservati. Venne ripristinato anche il rosone di facciata che mostra ora l'originario aspetto: a doppio spiovente con prezioso ricamo di archetti, portale con protiro e leoni stilofori, attribuiti ad un seguace di maestro Ventura, architetto della cattedrale di S. Pietro, e slanciate bifore ornate da quattro fiere scolpite dai milanesi Giacomo da Milano ed Egidio da Campignano. Sempre a maestranze lombarde, attive verso la metà del '300, si deve la statua del Redentore nell'edicola al sommo della facciata.
Delle complesse vicende e del patrimonio decorativo del grandioso tempio parlano le opere d'arte realizzate in un lungo arco di tempo, particolarmente nel periodo caratterizzato dalla fugace grandezza della famiglia Bentivoglio. Bellissimi, anche se miseramente frammentati, sono gli affreschi, anonimi, che ornano le celle sepolcrali (quattro si conservano nella II e nella III cappella radiale) che rappresentano un raro documento di pittura tardoromanica bolognese. Nella seconda metà del secolo XIV furono affrescate le Storie di Maria Egiziaca, recentemente recuperate nella II cappella radiale (1370). Sull'altare della stessa cappella risplende il polittico di Jacopo di Paolo (1426 circa), cui si deve anche il grande Crocefisso del deambulatorio (1426 circa), una delle opere più alte dell'artista, che ha la particolarità di essere dipinto anche sul retro. Circa nella stessa epoca Pietro di Giovanni Lianori dipinse la Vergine col Bambino sulla parete destra entrando dalla porta laterale della chiesa prossima al presbiterio.
Per quanto riguarda il Rinascimento bolognese, la migliore espressione è data in S. Giacomo dalla cappella Bentivoglio (consacrata nel 1486), eretta da Pagno di Lapo su modello brunelleschiano e prototipo di una tipologia architettonica ben documentata a Bologna (ad esempio, la cappella degli Angeli nella chiesa dei SS. Vitale e Agricola in arena). (P. P.)

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Chiesa e convento di S. Giacomo. Vista zenitale (Microsoft Virtual Earth) Chiesa e convento di S. Giacomo. Ripresa da sud con angolazione di 45° (Microsoft Virtual Earth)

L'immagine è stata concessa ad esclusivo scopo di studio al Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università di Bologna dai Musei Vaticani che ne detengono il copyright. Non ne è consentita la riproduzione né totale né parziale.

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