ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

CENTRO
«GINA FASOLI»
PER LA STORIA
DELLE CITTA



La città protagonista

Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Appartamenti privati del Papa, Sala Bologna, Pianta prospettica della città, 1575



S. PETRONIO, piazza Maggiore

Basilica. Nel XIV secolo gli ideali civili e religiosi del Comune bolognese si concretizzarono nella costruzione di un tempio mirabile dedicato al santo patrono, quel vescovo Petronio vissuto nel V secolo, al quale la tradizione medievale attribuiva la ricostruzione della città e la fondazione del celebre Studio. L'occasione fu offerta dalla riconquistata libertà alla fine del '300.
I lavori iniziarono nel 1390 su progetto di Antonio di Vincenzo. Per far spazio all'edificio furono demolite abitazioni private, torri e otto chiese, i cui titoli passarono ad altrettante cappelle della nuova chiesa.
Inizialmente(1391-1401) furono innalzate la facciata, le prime due campate della navata maggiore e delle due minori, le corrispondenti quattro cappelle laterali ed i basamenti marmorei dei fianchi e della facciata. Morto Antonio di Vincenzo (1401 o 1402), i lavori continuarono secondo il progetto con la costruzione della terza e quarta campata e, nel 1479, con le ultime due campate. All'altezza del presbiterio i lavori si interruppero, lasciando così incompiuta la pianta a croce latina ideata da Antonio. La parte terminale fu conclusa solo tra il 1653 ed il 1663 con una grande abside semicircolare. La campata antistante ospitò il coro e l'altar maggiore. Sempre in periodo barocco furono realizzate anche le volte ogivali, apparentemente gotiche, della navata centrale.
La basilica, orientata da nord a sud, presenta così tre navate su cui si aprono cappelle a pianta quadrata.
Il rivestimento marmoreo della facciata, ideato da Giovanni di Varignana, fu interrotto presto, nonostante successivi progetti, mai portati a termine.
Per quanto riguarda i tre portali della facciata, il maggiore è opera mirabile di Jacopo della Quercia, iniziata nel 1425 ed ornata sui pilastri laterali e sull'architrave con scene del Vecchio e Nuovo Testamento. Nella lunetta, alle nobili figure della Vergine col Bambino e di San Petronio, eseguite da Jacopo, si affianca un Sant'Ambrogio di Domenico di Varignana. Sebbene incompiuta per la morte dello scultore senese (1438), l'opera è una delle più alte espressioni della plastica quattrocentesca.
I fianchi della basilica, con ampi finestroni a traforo gotico, sono la parte che meglio riflette l'originaria articolazione dell'edificio e la genialità di Antonio di Vincenzo.
Il ruolo di tempio civico rivestito dalla basilica si evidenzia anche nel patronato delle ventidue cappelle, decorate da artisti illustri ed affidate a corporazioni e famiglie emergenti nella vita politica cittadina tra XIV e XVIII secolo. La Cappella dei Re Magi, già Bolognini (la quarta a sinistra entrando), è l'unica che conservi la decorazione coeva alle prime fasi edilizie di S. Petronio, con opere di Antonio di Vincenzo, Jacopo di Paolo e Giovanni da Modena, i cui affreschi sulle pareti sono una delle espressioni più alte della pittura tardogotica bolognese.
Dal 1798 la basilica ospita quattro croci scolpite, su colonne, che, secondo anacronistiche leggende medievali, san Petronio e sant'Ambrogio avrebbero eretto accanto alle porte delle mura tardoantiche di Bologna, ma che in realtà svolsero un ruolo urbanistico determinante. (P. P.)

Chiese distrutte per la costruzione della basilica:

S. Ambrogio, ubicata circa dov'è ora la sagrestia di S. Petronio, per la cui costruzione fu abbattuta. Chiesa parrocchiale, vi sorgeva accanto (in via Pignattari in angolo col vicolo Colombina) l'antica sede del Comune.

S. Croce, scomparsa, via Pignattari angolo vicolo S. Croce ora chiuso (). Chiesa parrocchiale dal 1196, appartenne ai Cavalieri Gerosolimitani di Malta e forse ai Templari. Fu demolita per la fabbrica di S. Petronio. Sul luogo dell'antica chiesa c'è ora la Cappella di S. Croce (della chiesa di S. Petronio).

S. Geminiano delle Scuole, si trovava nello spazio ora occupato dalle cappelle quinta e sesta a sinistra, entrando, di S. Petronio; era parrocchia già dalla fine del sec. XIII e fu atterrata per la costruzione della Basilica.

S. Maria dei Rustigani (o dei Rusticani), era situata contro le Pescherie Vecchie e fu atterrata nel 1286 per l'ampliamento della piazza Maggiore. Al suo posto venne edificata una croce con cappella e il suo titolo passò alla prima cappella di sinistra di S. Petronio.

S. Tecla dei Lambertazzi, parrocchia atterrata per la costruzione di S. Petronio.

All'inizio delle Clavature c'era anche la chiesa di S. Tecla dei Lambertazzi oltre quella dei SS. Vito e Modesto dei Lambertazzi, per cui la via Clavature si chiamò anche via di S. Vito. (A. B.)

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Basilica di S. Petronio. Vista zenitale (Microsoft Virtual Earth) Basilica di S. Petronio. Ripresa da nord con angolazione di 45° (Microsoft Virtual Earth)

L'immagine è stata concessa ad esclusivo scopo di studio al Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università di Bologna dai Musei Vaticani che ne detengono il copyright. Non ne è consentita la riproduzione né totale né parziale.

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