ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

CENTRO
«GINA FASOLI»
PER LA STORIA
DELLE CITTA



La città protagonista

Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Appartamenti privati del Papa, Sala Bologna, Pianta prospettica della città, 1575



SAN PROCOLO, via d'Azeglio, 52

Chiesa e monastero. Sono ignote le origini del complesso monumentale, uno dei più antichi della città, dove si venerano da tempi immemorabili le spoglie di San Procolo, Protomartire bolognese insieme a Vitale e Agricola. All'esistenza della tomba del santo, storicamente documentata dal IV secolo, si affaccia un leggendario racconto medievale, scritto nel periodo delle lotte tra il Comune di Bologna ed il Barbarossa, che narra del martirio subito da Procolo, reo dell'uccisione del prefetto del pretorio, Marino, tirannico governatore di Bologna nel VI secolo.
In tale panorama politico si ambienta la costruzione di una basilica in onore di Procolo, martire per la libertà della patria. Menzionata per la prima volta nel 1075, la chiesa, a tre navate con cripta, dove furono poste le spoglie venerate, divenne uno dei luoghi più antichi dello Studio bolognese.
Ad un periodo di decadenza seguì, verso la fine del XIV secolo, un nuovo rilancio del culto, coincidente con la ricognizione del corpo del santo. Il complesso fu interessato ad un vasto programma di lavori: si costruirono, tra l'altro, le volte, e si rifece in stile gotico la facciata, ornata sulla lunetta del portale da un affresco di Lippo di Dalmasio, oggi fatiscente.
Nel secolo seguente si diedero all'abside forme tardogotiche. Con le modifiche in stile rinascimentale del XVI secolo - affidate al Terribilia prima (che rifece anche il campanile) ed a Domenico Tibaldi poi - fu eliminata l'antica cripta e si diede alla chiesa l'aspetto che in gran parte tuttora conserva, a tre navate con quattro cappelle laterali per parte, che rispecchiano nelle forme le epoche di costruzione.
Gli ultimi, imponenti restauri iniziati nel 1883 hanno ridato alla facciata l'aspetto trecentesco, alterato nei secoli, togliendo le discordanze stilistiche. Nell'occasione si rinvennero i resti della cripta e della chiesa romanica.
Il monastero, la cui facciata su via d'Azeglio risale al 1637, dopo i rifacimenti del XVI e XVII secolo si articola in un grande loggiato a tre chiostri, di cui il più antico è attribuito al Terribilia. Sede dei monaci benedettini fino alla soppressione francese del 1797, ospita oggi l’Istituto Provinciale Maternità ed Infanzia. (P. P.)

Ospedale, poi SS. Pietro e Procolo, infine Ospedale degli Esposti; si chiamò anche S. Maria degli Innocenti. Ospedale e Conservatorio per bambini abbandonati fu istituito dai monaci di S. Procolo in via S. Mamolo (ora D'Azeglio) di fronte al monastero ed esisteva già nel 1297. Nel 1450 fu affidato alla Confraternita di S. Maria degli Angeli che restaurò l'edificio e costruì il bel portico. Vi si aggregarono poi gli altri istituti cittadini con finalità analoghe: nel 1494 vi confluì l'Ospedale di S. Pietro (che era adiacente al Vescovado) e che dette luogo al doppio titolo. Nel 1529, in conseguenza delle molteplici aggregazioni, nacque l'Ospedale degli Esposti che, dopo la soppressione del Monastero di S. Procolo (1797), venne trasferito nei locali abbandonati dai monaci. Attualmente è sede del Teatro della Soffitta. (A. B.)




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Chiesa e monastero di S. Procolo. Vista zenitale (Microsoft Virtual Earth) Chiesa e monastero di S. Procolo. Ripresa da sud con angolazione di 45° (Microsoft Virtual Earth)

L'immagine è stata concessa ad esclusivo scopo di studio al Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università di Bologna dai Musei Vaticani che ne detengono il copyright. Non ne è consentita la riproduzione né totale né parziale.

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