ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

CENTRO
«GINA FASOLI»
PER LA STORIA
DELLE CITTA



La città protagonista

Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Appartamenti privati del Papa, Sala Bologna, Pianta prospettica della città, 1575



S. STEFANO, piazza s. Stefano

Complesso, detto anche Sette Chiese. Legato alle più antiche memorie di storia e religiosità bolognesi, è un complesso monumentale di edifici, ricordato fin dall'anno 887 col nome di «Santa Gerusalemme».
Un racconto leggendario della fine del XII secolo ne attribuisce la fondazione al vescovo bolognese Petronio (431/32-450), che avrebbe riprodotto e dedicato al Protomartire cristiano, Stefano, i luoghi della Passione di Cristo, visitati in un suo viaggio in Terrasanta. Qui il presule fu ed è tuttora sepolto.
Risulta da scavi archeologici che già alla fine del IV secolo l'area adiacente la via Aemilia (Strada Maggiore) e nell'allora suburbio orientale, ospitava un cimitero cristiano, dove verosimilmente furono traslati i corpi dei Protomartiri locali, Vitale e Agricola, ritrovati nel 392/93, presente sant'Ambrogio di Milano, nel cimitero giudaico.
Il luogo conserva anche il ricordo dei Longobardi, che conquistarono Bologna nel 727, e di Carlo Magno, che nel 786 prelevò alcune reliquie dei martiri.
Dopo una probabile decadenza tra IX e metà X secolo circa, il complesso si risollevò grazie all'arrivo dei monaci benedettini - la loro presenza è documentata per la prima volta nell'anno 983 - la cui intensa attività edilizia, concentrata tra XI e XIII secolo, conferì al centro cultuale quell'articolazione e quelle linee romaniche che ancora conserva, nonostante i restauri moderni.
La complessa architettura si arricchì in seguito di altre costruzioni, in gran parte scomparse. Infatti i restauri non sempre felici eseguiti verso il 1880 e nei primi decenni del nostro secolo hanno mutato il volto antico del complesso e ridotto a quattro le tradizionali «sette Chiese».

1. Chiesa del Battista: ad una sola navata, è sorta in età romanica su un edificio minore. Il presbitero è barocco (1637).

2. Cripta dell'abate Martino: del tipo ad oratorio, accolse agli inizi dell'XI secolo le spoglie di Vitale e Agricola, dalla vicina chiesa, fatiscente.

3. Chiesa del S. Sepolcro: eretta, secondo la leggenda, da San Petronio, è ottagonale con galleria superiore a volta. Fu ristrutturata in età romanica sui resti di un tempio pagano dedicato probabilmente a Iside. Nell'edicola centrale vi è la tomba di san Petronio.

4. Chiesa dei Ss. Vitale e Agricola: a tre navate divise da colonne e pilastri, conserva i sarcofaghi vuoti dei Protomartiri, scolpiti in epoche diverse (VIII e XI secolo).

5. Cortile detto «di Pilato» per la vasca centrale che rappresenta il bacile in cui Pilato si lavò le mani. Un'epigrafe lungo il bordo ricorda i re longobardi Liutprando e Ildeprando.

6. Chiesa della Trinità o del Calvario: ampiamente restaurata, ha pianta traversale articolata nel lato sud-est in piccoli vani, costruita su precedente martyrion paleocristiano cruciforme.

7. Chiostro: detto «dei Caduti» per le lapidi che ricordano i Bolognesi morti nella grande guerra, si sviluppa su due logge sovrapposte, del XI e XIII secolo.

8. Cappella della Benda o Sancta Sanctorum.

Il complesso di S. Stefano conserva anche testimonianze artistiche di grande valore, legate a nomi quali, ad esempio, Simone de' Crocefissi, Vitale da Bologna e Lippo di Dalmasio. Da segnalare un frammento di affresco con «La strage degli Innocenti» che apparteneva al ciclo pittorico eseguito intorno al 1250 da Marco di Berlinghieri da Lucca per la volta del S. Sepolcro e distrutto nel 1804. (P.P.)



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Complesso monastico di S. Stefano. Vista zenitale (Microsoft Virtual Earth) Complesso monastico di S. Stefano. Ripresa da nord con angolazione di 45° (Microsoft Virtual Earth)

L'immagine è stata concessa ad esclusivo scopo di studio al Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università di Bologna dai Musei Vaticani che ne detengono il copyright. Non ne è consentita la riproduzione né totale né parziale.

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