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ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

CENTRO
«GINA FASOLI»
PER LA STORIA
DELLE CITTA

NAVIGAZIONE VIRTUALE

La navigazione virtuale nel museo elettronico della città di Bologna

Il progetto Nu.M.E. è un applicativo delle metodologie di ricostruzione tridimensionale di una città, a cui sono aggiunte le trasformazioni avvenute nel tempo.
Il museo elettronico ha lo scopo di mettere a disposizione del visitatore l'intera città attuale, ricostruendola nelle tre dimensioni dello spazio. Se ne ottiene un ambiente in cui, utilizzando la cloche di manovra, è possibile passeggiare a terra o volare a mezz'aria o sui tetti, per cogliere l'insieme o un particolare. Questa è già una città "virtuale", perché ne sono state cancellate le superfetazioni (insegne, cartelli stradali, cassonetti, auto in sosta e in movimento, ecc.), in modo da restituire al visitatore la vera essenza urbana.
Diventa un museo nel momento in cui alle tre dimensioni dello spazio si aggiunge la quarta dimensione, quella del tempo. La modellazione che ha permesso la ricostruzione degli edifici non più esistenti e il sistema di navigazione consentono di far emergere in un ambiente storicizzato quanto del passato è stato distrutto o di far scomparire quanto ancora non c'era nella fase storica che viene visualizzata.
Una "macchina del tempo", presente nella barra degli strumenti, permette al visitatore di scegliere il momento storico in cui desidera fare la sua passeggiata elettronica nella città: sono già disponibili Piazza di Porta Ravegnana con le torri Asinelli e Garisenda e le vie circostanti, dove possono essere evocate dalla storia la Cappella della Croce (IV-XVIII secolo) e tre torri medievali abbattute all'inizio di questo secolo, nonché le mura di Selenite che circondavano Bologna a partire dal V secolo d.C. (nota 1).
Quello che si vedrà è solo la parte emergente di un grande lavoro scientifico e di applicazioni informatiche sofisticatissime che non sono percepite dal visitatore, ma che sono la base dei risultati conseguiti: ogni sia pur minimo segno, disegno e movimento deriva da ricerche storiche molto approfondite, perché è proprio la qualità della ricerca storica, prima ancora delle elaborazioni informatiche, che fa la differenza fra un prodotto multimediale a larga diffusione, come tanti ce ne sono attualmente in commercio, e il progetto Nu.M.E.
Però il pregio di questo museo virtuale - o per lo meno questo è l'obbiettivo di tutti coloro che ci lavorano e di quanti ne permettono la realizzazione - è quello di essere accessibile a tutti i livelli di competenza e di preparazione, perché tutti vi possano svolgere la propria personale chiave di lettura. Infatti oltre ad essere un nuovo strumento di ricerca, è anche un mezzo nuovo, al passo con i tempi, di divulgazione della cultura scientifica (nella fattispecie quella storica e dei beni culturali) e al contempo dovrebbe stimolare, attraverso i risultati delle elaborazioni informatiche, crescente interesse verso l'applicazione di tecnologie che rappresentano e rappresenteranno sempre di più un settore di lavoro in pieno sviluppo, come dimostrano tutte le ricerche dell'ambito economico sullo "sviluppo sostenibile".
Inoltre, essendo ogni edificio georeferenziato e ricostruito con quel rigore nei rilievi architettonici e nell'analisi delle fonti storiche di cui si è detto, l'insieme può consentire anche elaborazioni di tipo diverso da quello della fruizione culturale. Sul modello vettoriale delle Due Torri - cioè lo scheletro geometrico su cui sono state applicate le foto degli edifici o è stata ricostruita la superficie - possono essere effettuati i calcoli della staticità, si possono simulare le condizioni di tensione e di tenuta dei materiali in caso di terremoto o di passaggio di mezzi pesanti nelle immediate vicinanze; si può valutare l'impatto del traffico o definire i percorsi delle reti tecnologiche. Tutti questi elementi non potranno che essere validi strumenti per gli amministratori pubblici quando sono chiamati a fare delle scelte che riguardano gli interventi sul centro storico della città.

Il museo virtuale è sviluppato per la parte dell'hardware e del software presso il CINECA (Centro di Calcolo Interuniversitario). Il progetto si è guadagnato la nomination '98 della presidenza della fondazione dello Smithsonian Institute, per l'assegnazione degli Awards, con la seguente motivazione: «...per l'uso innovativo della tecnologia informatica e telematica».
Il mondo del terzo millennio sarà collegato con reti a larga banda che permetteranno ad un "visitatore virtuale", seduto davanti al suo video non importa dove, di percorrere, grazie a Nu.M.E., le strade medievali di Bologna, di ammirare da sotto in su, come fece Dante, la torre Garisenda e magari di restare impressionato dalle nubi incombenti, potrà salire sull'Asinelli, ammirare Piazza Maggiore com'è oggi e come era nel Duecento, potrà vedere il contesto in cui ha preso vita l'Università più antica del mondo, potrà passeggiare sotto i portici di oggi o sotto quelli del passato: sceglierà la propria strada e la propria epoca a suo piacimento, sperando di vedere, prima o poi, la città reale.


nota 1
Su queste tematiche si vedano i contributi di A. Guidazzoli, Note per la realizzazione in 4D del Nuovo Museo Elettronico della città di Bologna, in Medieval Metropolises - Metropoli Medievali, a cura di F. Bocchi, Atti del Convegno, Bologna 1999, pp. 151-153, e M. E. Bonfigli, L'implementazione del progetto Nu.M.E. (Nuovo Museo Elettronico della città di Bologna), ibidem, pp. 155-166. È già possibile giungere anche in Piazza Maggiore e muoversi nella dimensione attuale.




Giovanni Battista Cavalletto, Corale n. 88, Messa dei vespri di san Petronio, 1509-1511. Miniature con scene della vita di san Petronio (Bologna, Museo di S. Petronio).


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